Nessun minimo d’ordine. Spedizione rapida!

Nessun minimo d’ordine. Spedizione rapida!

Da Merano a Sondrio

(tra Austria, Svizzeria e passo dello Stelvio)

Questa è la seonda parte del mio giro delle Alpi che ho iniziato per i miei 50 anni.
Pensavo di partire da Bolzano e arrivare a Como a trovare mio cugino ma i pochi giorni ed alcune avversità mi hanno fatto un po’ accorciare.

giovedì 29 giugno: sfruttando la festività romana di SS Pietro e Paolo prendo la Freccia delle 6,55 che mi scarica a Bolzano alle 11,50. Qui, al binario 1, ritiro la mia bici spedita al basecamdolomites che vi consiglio perchè sono gentilissimi.

E’ caldo umido e decido di risparmiarmi i 30 km fino a Merano prendendo un treno regionale. Tra una cosa e l’altra inizio a pedalare verso le 14, non ho tracce da seguire perchè è tutta nella mia testa, devo solo aguzzare un po’ il senso d’orientamento e la vista per notare i cartelli del sentiro ciclabile per Resia, culmine della val Venosta, a 1500 mt e al confine con l’Austria.
Per il viaggio in treno non ho indossato il fondello e quindi ho pedalato questo primo giorno senza.
Con la Brooks B17 si può fare!

Si sale subito con dei tornanti discretamente pendenti per prendere quota ma poi la salita è sempre dolce e costeggia l’Adige saltellando tra una sponda e l’altra, inoltrandosi tra paesini e frutteti di mele e albicocche. Per le 17,30 arrivo a destinazione e, dopo una doccia sacrosanta, giro a piedi Prato allo Stelvio e mi sganasso 2 pizze e 2 Forst, entrambe piccole. Il tempo è ancora buono ma per domani è prevista pioggia.

venerdì 30 giugno: e infatti piove, in queste condizioni non me la sento di affrontare i 25 km e più di 1800mt di salita. Decido comunque di pedalare rimanendo in Val Venosta e raggiungere Resia e il confine austriaco. Riprendo quindi la ciclabile, sempre molto bella, piana fino a Glorenza ma poi un po’ dura con strappi in salita spesso sopra il 10-12%, nei pressi di Burgusio. Nel frattempo ha smesso di piovere e mi tolgo i vari antipioggia. Raggiunto il primo dei 2 laghi (S.Valentino) si procede con docili saliscendi ed una vista bellissima sulle Alpi Venoste, poi attraversando la lingua di terra che separa i 2 laghi inizio a costeggiare quello più grande (Resia) fino ad arrivare al paese. Visto che ci stò, decido di scendere di un paio di km ed entrare fisicamente nel Tirolo austriaco, così per sfizio.
Al ritorno mi fermo lungo il lago per un radler, una zuppa alle ortiche “che piace tanto agli italiani” e uno strudel con gelato di Vaniglia (!).. il ritorno è una pacchia. faccio l’altro lato del lago passando vicino al “famoso” campanile di Curon immerso in acqua e mi fermo a leggere alcune steli esplicative della storia del luogo, vicino alla diga che separa i 2 laghi.
Poi praticamente solo discesa. Arrivato in pochi minuti a Laudes (frazione di Malles) mi ricordo che avevo visto le indicazioni per la val Monastero e il confine con la Svizzera, decido che vale la pena uscire dall’UE in bici. Sono circa 8 km in una valle molto bella, il percorso è a tratti sterrato e con forse 3 km di salita impegnativa ma non proibitiva. Arrivo al paesino di Tubre/Taufers e poi alla dogana, questa volta non oltrepasso, non mi va di tirare fuori documenti etc, etc, ” come se..”.
Il ritorno è discesa e pianura, verso le 17 sono a “casa”, doccia , esco a comprare frutta fresca e secca per l’indomani, poi mi fermo a mangiare delle orecchiette con verdure, insospettabilmente buone e abbondanti, accompagnate da un ottimo bicchiere di Lagrein. Nel frattempo diluvia ma le previsioni non danno pioggia per domani.

sabato 1 luglio: Tempo nuvoloso ma non piove, si va.
Non nascondo che, anche per me, lo “Stelvio” è un po’ un sogno: il passo più alto d’Italia, i 48 tornanti, il fatto che separa l’italiana e leghista Valtellina dalla Tirolese Valvenosta e il tanto dislivello ne fanno un po’ un mito da cui, in qualche modo sento che devo passare.

Poi, in pratica, si tratta di pedalare a lungo, in salita, con pendenze non mortali ma dure, sempre.
Parto alle 8,15 circa, considerando il mio scarso allenamento e il peso della mia bici (almeno una ventina di kg, con le 2 borse posteriori, la cosidetta “toptube” e le 2 borracce) già so che mi fermerò diverse volte a bere mangiare, fare foto, guardarmi intorno e…rifiatare.
In meno di un’ora e circa 8 km salgo a Gomagoi e poi a Trafoi, ultimo nucleo abitato, una salita media , il vero Stelvio inizia tra poco. L’ambiente è bellissimo.
Vedo già da qui quello che era il ghiacciaio del gruppo dell’Ortles e intuisco che mi accompagnerà per tutta la salita. La pendenza media passa più o meno dal 6 al 8% e…fa una differenza enorme. nel frattempo tanti ciclisti più forti, allenati e ” leggeri” mi hanno sorpassato, ci si saluta e, a volte, si scambiano due chiacchiere. Purtroppo ci sono anche tante moto che fanno parecchio casino.
Ogni tanto però mi trovo da solo nel silenzio del mio respiro e in questa natura maestosa, emozionante: non me lo devo ricordare che sono qui principalmente per questo!
Nel frattempo, al primo tornante, il n.48, mi chiedo come mi sentirò quando vedrò il n. 9 (cioè meno di 10) o anche solo il n. 22 (cioè meno della metà), in fondo basta solo aspettare…
Quando mi fermo bevo subito un po’, poi un po’ di mango secco, un’albicocca o una galletta e poi ribevo un’altro pò, e riparto.
Cerco di capire ogni quanto mi fermo e provo a dilatare le soste, in tutto saranno 5 o forse 9 non lo so!
Quando riparto sento l’aria fredda dei 2100-2300-2600 metri scorrermi lungo la schiena sudata.
Il tornante 9 arriva e anche il 3 e poi il 2 e poi il rifugio bianco che vedevo li in cima alla serpentina quando ero ai primi tornanti…ora è fatta.
C’è un botto di gente in bici e in moto, sento parlare in diverse lingue.
Qui su al passo lo spazio è piccolo anche se ci sono diversi posti dove mangiare, souvenir, etc etc. , poggio la bici ed entro in un Bar-Ristorante dove mi scolo un Radler da 500ml e mi pappo un Gulash.
Dopo una mezz’ora mi infilo la giacca un po’ pesante che mi sono portato e inizio la discesa verso Bormio: bellissima, anche se un po’ troppo veloce per i miei gusti, ci sono anche alcune gallerie in cui fare molta attenzione e infatti ho le luci accese. La vallata che scende è più ampia e con pendenza meno regolare, comunque in pochi minuti, anche se mi fermo 2-3 volte a fare foto, sono a Bormio.

Qui inizio il percorso ciclopedonale della Valtellina, molto bello, sotto molto sole e poche nuvole…però per 5 minuti piove. Segue il fiume Adda, svariando da un lato all’altro, attraversando o lambendo diversi centri della valle, in pratica, un’infinita discesa, rilassantissima. Trovo un B&B economico in un paesino (Poggiridenti) a soli 4 km da Sondrio da dove Domenica inizierò il lungo viaggio di ritorno treno+bici. Arrivo poco prima delle 19, sono molto ospitali e mi fermo anche a cena e a chiacchierare, poi a nanna che oggi è stata lunga davvero.

domenica 2 luglio: mi alzo presto, impacchetto tutto e per le 8 inforco la bici in bermuda (senza fondello) e sandali, in 10 minuti di discesa sono a Sondrio dove faccio colazione e attendo il regionale delle 9,41 per Milano, in teoria non si potrebbe salire con la bici ma la capotreno mi vede e non mi dice niente, poi alle 13,48 IC per Bologna dove alle 17,12 prendo un altro IC che arriva a Roma Termini alle 23,30.
A mezzanotte sono casa.